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Un Giorno…, forse…

(il mondo visto con gli occhi di un ragazzo tra i ragazzi)

Ero un ragazzetto come tutti gli altri, uno tra i tanti, con i miei pregi ed i miei difetti.

Ogni mattina, mi alzavo, facevo la mia colazione, dopo essermi lavato e vestito come fanno tutti i ragazzini prima di andare a scuola, però io sapevo che la mia direzione sarebbe stata opposta a quella di tutti!

Sono stato cresciuto da genitori che, giorno dopo giorno, mi davano l’affetto che ogni mamma ed ogni papà danno al loro figlio ma io non ero contento perché non mi sentivo uno come gli altri: non avevo mai avuto un amico, uno straccio di emozione in grado di farmi camminare per la strada senza abbassare la testa in segno di inferiorità!

Quelli furono i miei anni peggiori: mentre tutti i ragazzini della mia età andavano ogni pomeriggio al parco a raccontarsi le proprie emozioni vissute nell’arco della giornata, io me ne stavo, come uno sfigato indegno di stare al mondo, nella mia stanza a sognare una vita più felice, ascoltando musica e versando lacrime che, tanto, non sarebbero servite a nulla, se non a far arrabbiare i miei genitori che non mi volevano vedere triste, ed io vivevo con la consapevolezza che non me le avrebbe asciugate nessuno perché io non avevo nessuno che lo poteva fare!

Arrivò il momento nel quale, forse, la mia vita avrebbe preso una piega migliore: iniziai ad uscire di casa, conobbi gente nuova, tra queste un cantautore abbastanza famoso che risiedeva pressappoco nella mia zona: con lui cominciai ad aprirmi ad un mondo che non mi era mai appartenuto fino a quel momento, feci le mie prime esperienze al di fuori delle quattro mura di casa mia ma mi mancava sempre qualcosa, qualcuno: un amico come lo avevano tutti!

Conobbi un gruppo di ragazzi, passai con loro le mie giornate e pensavo di aver, finalmente trovato la felicità!

Un maledetto giorno litigai brutalmente con una di queste persone: era una ragazza abbastanza riservata ma molto sensibile!

litigammo perché io, credendo di fare una battuta umoristica, rovinai tutto!

Da quell’esperienza ancora porto i segni della mia stupidità perché quell’esperienza mi ferì anche a livello fisico: cominciai a vomitare più volte al giorno fino al punto tale che dovetti essere ricoverato in ospedale per dei gravi disturbi.

In ospedale, però, nessuno dei componenti della mia compagnia venne a trovarmi né fece cenno garbato di informarsi sul mio stato di salute e, grazie anke a quel mio cruccio, cominciai a rendermi veramente conto che, comunque, ero arrivato troppo tardi e, per questo, me ne accorsi poco tempo dopo!

Intanto feci pace con questa mia amica ma, la mia assenza di quelle settimane aveva visto emergere dal gruppo un sentimento di reciproco rifiuto.

Poche settimane dopo cominciò un lungo percorso di scioglimento del gruppo fino ad arrivare al momento più brutto della mia permanenza fra loro nel quale, anche io, dovetti abbandonare il gruppo e, mentre tutti gli altri presero spontaneamente l’iniziativa di mollare tutto e cambiare strada io non avevo il coraggio di compiere quel passo perché sapevo che non sarei più riuscito a trovare un nuovo stimolo per alzarmi al mattino sapendo di essere nuovamente solo come un cane abbandonato!

Qualcuno si accorse di questo e, una stramaledetta domenica pomeriggio venni esplicitamente invitato a cambiare rotta perché io, non avendo condiviso nulla del mio passato con i membri della mia (ora ex) compagnia, non avevo più nulla da condividere con persone che hanno passato parecchi momenti della mia vita assieme.

Ecco che un’altra pagina della mia vita è stata strappata e riposta in un cassetto della mia anima, nell’attesa che io abbia il coraggio di prenderla e bruciarla definitivamente!

In quelle settimane passai i miei giorni e le mie notti a piangere lacrime amare perché ero veramente solo.

Si, è vero: grazie anche agli stage proposti dalla scuola, conobbi gente nuova e feci amicizie altrettanto nuove ma, come un sogno che svanisce al mattino, una volta terminati gli stage si conclusero anche i rapporti con le persone che avevo conosciuto li e che, stupidamente, mi illusi che fossero quelli gli amici della mia vita!

Altra pagina capovolta e io camminai ancora solo lungo il cammino del mio destino, sempre più fragile ed impaurito!

Ma io dovevo reagire e cominciai a frequentare ancora gente.

Un giorno, anzi: una fantastica sera, andai ad un concerto di una band locale composta da quattro persone che suonano ancora musica heavy metal.

Tre di loro già li conoscevo perché facevano parte della mia ex compagnia.

Mi ricordo che andai perché volevo andare a sentire della musica in grado di dare un po’ di grinta al mio umore svanito.

Arrivai li e rimasi stupito nel sentirmi dire dal webmaster del sito ufficiale di questa band che era entrato nel sito che, mentre stavo nella mia stanza a piangere, avevo creato e che lo trovava pure carino!

Mi dissi: "questo è pazzo; come mai si è interessato a dirmi a me, che non sono nessuno, di aver acceduto alla mia orribile schifezza virtuale, avrà bevuto qualcosa o si sarà fatto una dose!"

Questo ragazzo mi incuriosì tantissimo perché il suo modo di presentarsi a me mi aveva fatto, oltre che un immenso piacere, sentire che, probabilmente, qualcosa di me non era proprio da buttare via!

Ottimo direi: in quel momento ho sentito una voce dentro l’anima che mi diceva che quello sarebbe stato un amico del quale avrei potuto fidarmi, lo capivo anche dai suoi modi pacati, da quell’immensa, calda luce che emanavano i suoi occhi.

Mi sa che ho fatto una figura di pera perché io so a quali valori mi affido ma chissà lui cosa avrà pensato di me: sicuramente non avrà vissuto quell’attimo come l’ho vissuto io perché non conoscendomi e non sapendo nulla del mio passato, non avrebbe mai potuto capire l’importanza e il significato che attribuì a tutti quei gesti che mi aveva fatto e che, quella stessa sera confermarono ogni mia buona ipotesi su di lui!

In seguito lo frequentai ancora e, passo dopo passo, giorno dopo giorno, imparai a conoscerlo e colmare quel vuoto che mi aveva lasciato il mio passato che ho buttato alle spalle!

Cominciando da quei piccoli (ma per me immensi) gesti d’affetto che lui mi aveva dimostrato ad ogni occasione, cominciai a volergli sempre più bene e, ogni volta che mi guardavo allo specchio notavo di non avere più quello sguardo spento perché ormai un amico lo avevo trovato e se non avevo una fidanzata sapevo bene che non me ne poteva fregare assolutamente niente perché ero contento così e non mi andava di imbattermi in una nuova avventura col rischio, magari, di infilarmi in un’altra illusione e, per questo, raggruppai tutte le risorse che avevo nell’anima da dare ad un amore, nel quale non volevo e ancora non voglio credere, per darle ad un Amico che aveva reso grande la mia esistenza!

Cominciai ad andare alle prove di quella band dove suonava e così rinforzai il legame di amicizia anche con gli altri ragazzi della band ma strafare mi sembrava troppo e non avrei mai chiesto di più perché loro quattro erano la gioia più grande della mia vita!

Un pomeriggio, però, questo mio nuovo amico cominciò a dubitare sulla mia identità ed io andai in crisi, piansi tutto il giorno e tutta la notte ed i miei disturbi, per i quali ero stato precedentemente in ospedale, ripresero violentemente ed il mio stato d’animo era sotto i piedi: ancora una volta sono stato frainteso, e pensare che per questo ragazzo (molte sensibile ed altrettanto meritevole di stima) non avrei esitato un attimo a fare l’impossibile per rendergli la vita più bella di una favola, in quanto, la mia vita era la cosa che più mi schifava tra tutte quelle della terra perché ero consapevole di non servire a niente e nessuno, al massimo avrei solo potuto essere di peso!

Da questa esperienza però ho colto che, comunque, la vita va affrontata da soli, anche se io l’ho sempre affrontata nella mia completa solitudine, ho trovato la felicità solamente condividendo sensazioni ed emozioni con lui e gli altri tre e mi dispiace solo che lui si sia sentito oppresso da me, credendosi il mio solo "bersaglio" anche se, la parola "bersaglio" non è carina, soprattutto perché io, a questo amico, ho voluto dimostrare solo amicizia, forse nel modo più sbagliato (o meno giusto) ma nulla di più!

Questa storia (autobiografica) l’ho scritta (saltando la parte finale perchè mi fa troppa paura trarre delle conclusioni a qualcosa che non è ancora terminato) per far capire a tutti coloro che credono in un sentimento preciso di non lasciarsi intimorire da niente e nessuno perché un sentimento non si deve lasciar schiacciare dalle opinioni altrui, altrimenti non è un vero sentimento!

C’è chi ama persone delsesso opposto, chi ama persone dello stesso sesso e chi, che ami o non ami crede ciecamente nell’amicizia, altre persone, invece, che vogliono più bene agli animali che agli uomini o che, addirittura, vogliono bene solo a se stesse!

Io faccio parte della categoria di quelle persone che credono ciecamente nell’amicizia e di questo ne vado fierissimo!

Stare troppo addosso ad una persona non fa bene a nessuno ma, forse, questo errore, io l’ho compiuto solo per insicurezza ma, alla fine, ammetto di aver sbagliato!

Credo, inoltre, che l’errore più grande non lo commettano le persone che riempiono di affetto il proprio amico/amore ma quelle che ne danno troppo poco o che, addirittura, trattano le persone come cani, abbandonandole in messo alla strada, lasciandole sole con se stesse!

Questo è il mio parere poi ognuno è libero di pensarla come vuole!

 

Con Affetto: Alex*. (^Kyle^)